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Un sabato di paura tra Chieti e San Giovanni Teatino, dove una serie di furti in abitazione ha lasciato dietro di sé non solo case svaligiate, ma anche un pesante senso di insicurezza. Il bottino più preoccupante non è fatto di gioielli o orologi di lusso, ma di due pistole perfettamente funzionanti, trafugate da una cassaforte in una casa di strada Collebello, nella zona di San Martino. Armi finite in mani sconosciute, che potrebbero trasformare un furto in una minaccia ben più grave.
Tra il pomeriggio e la sera, almeno cinque abitazioni sono state prese di mira con la stessa modalità: ingressi forzati, finestre scassinate, e fughe fulminee. L’ipotesi investigativa parla di un’unica banda ben organizzata, pronta ad approfittare dell’assenza dei proprietari per colpire.
La paura cresce, perché quelle armi sottratte potrebbero essere usate per nuovi reati violenti, come rapine o aggressioni.
Non è la prima volta che accade: appena pochi giorni prima, a Filetto, erano stati rubati quattro fucili e una pistola. Un segnale che fa pensare a un circuito criminale interessato non solo al denaro, ma anche alle armi da fuoco.
Eppure, i numeri ufficiali non sembrano rispecchiare questa ondata di allarme. Le statistiche diffuse dalla prefettura, nell’ultimo comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica, non evidenziano un aumento dei furti in casa. Ma i cittadini la pensano diversamente: la percezione di insicurezza cresce di giorno in giorno, e il tema potrebbe presto tornare al centro dell’agenda istituzionale.
Sul fronte delle indagini, le forze dell’ordine lavorano in parallelo.
I carabinieri stanno indagando sui colpi di strada Collebello e strada Belvedere — dove sono spariti oro e gioielli — mentre la polizia di Stato segue i casi di strada Mucci e di via Puccini, a San Giovanni Teatino. Il bottino complessivo è ingente: un Rolex da 20 mila euro, oggetti d’oro di ogni tipo e borse di marca.
Solo pochi giorni fa, una pattuglia della squadra volante aveva intercettato una banda di ladri seriali in fuga tra Chieti e San Giovanni Teatino. Dopo un inseguimento mozzafiato, due dei cinque membri sono finiti in manette. Gli arrestati, ora rinchiusi nel carcere di Madonna del Freddo, devono rispondere di una lunga lista di accuse: furto aggravato in abitazione, resistenza e lesioni a pubblico ufficiale, ricettazione, riciclaggio, possesso di chiavi alterate e soggiorno illegale nel territorio italiano.
L’inchiesta è ancora in corso, ma una certezza resta: le armi rubate rappresentano una bomba a orologeria, e riportarle nelle mani giuste è ora la priorità assoluta.