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VASTO – Paura, rabbia e cenere. È ciò che resta dopo il devastante incendio che l’altro ieri ha ridotto in un cumulo di braci la collina di Fonte Joanna, alle porte di Vasto. Le fiamme, divampate intorno alle 11.30 in una zona fitta di vegetazione secca, si sono propagate con una rapidità impressionante, sospinte dal vento e dall’erba alta mai tagliata.

Nel giro di pochi minuti il fuoco ha divorato un intero versante, spingendosi fino a minacciare le abitazioni di contrada Lota e Sant’Antonio Abate. Dal quartiere San Michele il cielo è diventato grigio, impregnato di fumo e fuliggine. Le sirene dei vigili del fuoco hanno rotto il silenzio di un sabato che, per molti residenti, si è trasformato in un incubo.

«Sembrava di rivivere la scena di tre anni fa», racconta un abitante di Sant’Antonio Abate, mentre mostra le mani ancora sporche di cenere. «Il fuoco arrivava alle porte di casa e nessuno sapeva cosa fare».

I pompieri, giunti sul posto, hanno immediatamente chiesto l’intervento di un canadair, ma l’unico disponibile era impegnato in un’operazione su Teramo. Per oltre quattro ore gli operatori a terra, insieme a un elicottero, hanno combattuto contro un fronte di fuoco ormai fuori controllo.

Solo alle 15.45, due canadair decollati da Ciampino hanno raggiunto l’area, iniziando i lanci d’acqua dal mare. In pochi minuti la situazione è cambiata: grazie all’azione congiunta dei vigili del fuoco, dei volontari della Protezione civile di Vasto e Torino di Sangro e dei baschi azzurri, il rogo è stato progressivamente contenuto.

Le cause sono ancora al vaglio, ma gli investigatori escludono l’autocombustione. L’ipotesi più accreditata è quella di un incendio doloso o provocato da imprudenza. Alcuni testimoni, impegnati nella raccolta delle olive, avrebbero notato colonne di fumo levarsi da una zona isolata della collina poco prima che le fiamme esplodessero.

(Foto di repertorio) 

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