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Dal 9 dicembre la linea su gomma che collega Lanciano a Pescara passando per l’A14 subirà un ridimensionamento pesantissimo: otto corse giornaliere in meno e oltre centomila chilometri annuali cancellati. Una decisione assunta da Tua, l’azienda regionale dei trasporti, che sta sollevando un’ondata di proteste e preoccupazione tra lavoratori, studenti e cittadini.
Il ridisegno del servizio, che prevede un crescente ricorso a vettori privati e la soppressione di collegamenti ritenuti fondamentali, viene giudicato un vero colpo alla mobilità del territorio. Secondo sindacati e comitati spontanei di pendolari, la scelta rischia di compromettere la qualità della vita di decine di utenti, riducendo l’accessibilità di Lanciano e indebolendone il ruolo strategico nell’area frentana.
Chi ogni giorno si sposta per lavoro o studio teme di dover rinunciare a un servizio considerato più pratico e capillare rispetto al treno. Le fermate degli autobus, infatti, garantiscono collegamenti diretti con ospedali, tribunali, scuole e uffici, mentre le stazioni ferroviarie risultano spesso lontane dalle reali destinazioni e scarsamente collegate con il trasporto urbano locale. La conseguenza immediata potrebbe essere un ritorno forzato all’uso dell’auto privata, con ricadute negative su traffico, costi e inquinamento.
La questione è stata affrontata anche in un incontro tra sigle sindacali e amministrazione comunale, alla presenza del sindaco Filippo Paolini e dell’assessore alla mobilità Paolo Bomba. Dal confronto è emersa la volontà di convocare un consiglio comunale straordinario per discutere nel merito una scelta che sta generando forte allarme sociale.
Nel frattempo i pendolari si sono organizzati in un comitato e hanno avviato una raccolta firme per chiedere la revisione del piano. «Non si può sacrificare un servizio essenziale senza valutare l’impatto reale sulle persone», denuncia Nicola Caldora, professionista che si reca quotidianamente a Francavilla. «Serve una soluzione che tenga insieme efficienza e diritti, senza costringerci a stravolgere la nostra vita per decisioni calate dall’alto».
Sulla vicenda interviene anche il consigliere comunale Leo Marongiu (Pd), che parla di scelta incomprensibile: «Non si possono equiparare bus e treno come se fossero servizi sovrapponibili. Hanno percorsi e funzioni diverse. Ridurre le corse significa scoraggiare l’uso del trasporto pubblico e spingere le persone verso l’auto, in evidente controtendenza con ogni politica di mobilità sostenibile».
Il timore, condiviso da cittadini e rappresentanti istituzionali, è che questo taglio rappresenti solo il primo passo verso un progressivo depotenziamento dei collegamenti su gomma, con Lanciano sempre più periferica e meno connessa al resto della regione.