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CHIETI — Una condanna definitiva per droga e un decreto legislativo che non lascia spazio a interpretazioni. Così, per il Comune di Chieti, l’equazione è semplice: niente requisiti morali, niente attività. È scattato dunque il divieto di prosecuzione dell’attività per Francesco Salvatore, 40 anni, noto capo ultrà del Chieti Calcio, che dovrà chiudere il suo ristorante in via De Virgiliis, allo Scalo.
La decisione dell’amministrazione arriva dopo una segnalazione della Questura e si basa su una norma precisa: non possono gestire attività di somministrazione di cibi e bevande coloro che abbiano riportato condanne definitive per reati legati alle sostanze stupefacenti o psicotrope. Il divieto resta valido per cinque anni dal termine della pena.
Salvatore ha scontato la sua pena nel novembre 2024, ma il periodo di interdizione non è ancora trascorso. Per questo motivo, il Settore Sviluppo del Territorio e Attività Produttive del Comune, diretto dall’architetto Carlo Di Gregorio, dopo aver acquisito il parere dell’ufficio legale, ha dichiarato inefficace la Segnalazione certificata di inizio attività (Scia). La conseguenza è lo stop immediato del locale.
Il nome di Salvatore era emerso nella maxi inchiesta del 2019 condotta da Polizia di Stato e Guardia di Finanza su un vasto giro di cocaina nella movida teatina e negli ambienti della tifoseria neroverde.
Il provvedimento comunale potrà essere impugnato davanti al TAR di Pescara entro sessanta giorni, per motivi di incompetenza, eccesso di potere o violazione di legge.