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CHIETI. Pomeriggio di paura alla villa comunale, il cuore verde della città, trasformato per qualche minuto in teatro di violenza gratuita. Erano circa le cinque quando due fratelli, di 12 e 15 anni, sono stati circondati e picchiati da un gruppo di coetanei nella piazzetta delle giostre, un’area solitamente frequentata da famiglie e bambini.
L’aggressione è arrivata senza preavviso e senza apparente motivo. Il branco si è avvicinato alle vittime e, dopo poche parole, sono volati i primi schiaffi. Poi i pugni. Un pestaggio rapido e feroce, sotto gli occhi dei passanti attoniti. I giovani aggressori hanno agito con una spavalderia inquietante, incuranti della presenza di testimoni.
Il più grande dei due fratelli ha tentato di proteggere il minore, reagendo come ha potuto. Un colpo andato a segno contro uno degli assalitori è bastato a mettere in fuga il gruppo, che si è dileguato verso la zona dell’ex biblioteca regionale. Nella confusione, il quindicenne si è accorto che il suo borsello era sparito. Dentro, secondo quanto riferito, c’erano denaro e alcuni effetti personali.
Un dettaglio che potrebbe cambiare radicalmente la natura dell’inchiesta: se la sottrazione sarà confermata, il branco rischia l’accusa di rapina e non solo di lesioni.
Sul posto è intervenuta una volante della polizia di Stato, allertata da alcuni testimoni che avevano segnalato una rissa tra minorenni. All’arrivo degli agenti, dei responsabili non c’era più traccia. I due fratelli, scossi e con qualche contusione, sono stati affidati ai genitori e non hanno avuto bisogno di cure ospedaliere.
Gli investigatori stanno ora cercando di ricostruire l’accaduto e dare un nome agli aggressori, tutti presumibilmente minorenni. Le indagini, però, si scontrano con un problema ormai cronico: l’assenza di telecamere funzionanti nella villa comunale, nonostante si tratti di uno dei luoghi più frequentati della città.
L’episodio riaccende i riflettori sul tema del disagio giovanile e della violenza tra minori a Chieti. Solo pochi mesi fa, nello stesso parco, una ragazza era stata brutalmente picchiata da un gruppo di coetanee, che avevano persino ripreso e diffuso il video dell’aggressione sui social. Oggi, quel copione sembra ripetersi, segno di un malessere profondo che continua a esplodere nel luogo che dovrebbe essere simbolo di serenità e gioco.
L’aggressione è arrivata senza preavviso e senza apparente motivo. Il branco si è avvicinato alle vittime e, dopo poche parole, sono volati i primi schiaffi. Poi i pugni. Un pestaggio rapido e feroce, sotto gli occhi dei passanti attoniti. I giovani aggressori hanno agito con una spavalderia inquietante, incuranti della presenza di testimoni.
Il più grande dei due fratelli ha tentato di proteggere il minore, reagendo come ha potuto. Un colpo andato a segno contro uno degli assalitori è bastato a mettere in fuga il gruppo, che si è dileguato verso la zona dell’ex biblioteca regionale. Nella confusione, il quindicenne si è accorto che il suo borsello era sparito. Dentro, secondo quanto riferito, c’erano denaro e alcuni effetti personali.
Un dettaglio che potrebbe cambiare radicalmente la natura dell’inchiesta: se la sottrazione sarà confermata, il branco rischia l’accusa di rapina e non solo di lesioni.
Sul posto è intervenuta una volante della polizia di Stato, allertata da alcuni testimoni che avevano segnalato una rissa tra minorenni. All’arrivo degli agenti, dei responsabili non c’era più traccia. I due fratelli, scossi e con qualche contusione, sono stati affidati ai genitori e non hanno avuto bisogno di cure ospedaliere.
Gli investigatori stanno ora cercando di ricostruire l’accaduto e dare un nome agli aggressori, tutti presumibilmente minorenni. Le indagini, però, si scontrano con un problema ormai cronico: l’assenza di telecamere funzionanti nella villa comunale, nonostante si tratti di uno dei luoghi più frequentati della città.
L’episodio riaccende i riflettori sul tema del disagio giovanile e della violenza tra minori a Chieti. Solo pochi mesi fa, nello stesso parco, una ragazza era stata brutalmente picchiata da un gruppo di coetanee, che avevano persino ripreso e diffuso il video dell’aggressione sui social. Oggi, quel copione sembra ripetersi, segno di un malessere profondo che continua a esplodere nel luogo che dovrebbe essere simbolo di serenità e gioco.