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VASTO – Durante la Fiera delle bancarelle di Vasto sono state vendute tartarughe della specie Trachemys scripta, nonostante il divieto previsto dalla legge. A denunciarlo è Marco Cannarsa, comandante provinciale del Geav (Guardie ambientali volontarie), che punta il dito contro la mancanza di controlli durante la grande manifestazione svoltasi domenica scorsa in viale Giulio Cesare e nelle strade limitrofe.
«La legge vieta l’acquisto, la vendita e la cessione delle tartarughe Trachemys scripta», spiega Cannarsa. «Anche il rilascio in natura è illegale e dannoso per l’ecosistema: chi libera questi animali rischia sanzioni. È proibita perfino la loro riproduzione. Sono anni che lancio appelli inascoltati».
Il comandante racconta di aver segnalato preventivamente la necessità di controlli alle autorità competenti, senza ricevere risposte: «In assenza di verifiche, le tartarughe sono state vendute liberamente. Durante un sopralluogo tra le bancarelle ho potuto constatare personalmente la presenza di questi animali. Temo che molti acquirenti finiranno per liberarli di nuovo nel laghetto della villa comunale».
Proprio il laghetto della villa comunale, chiuso nelle scorse settimane per interventi di pulizia, era stato teatro di un precedente episodio: circa ottanta esemplari di Trachemys scripta, trasferiti poi in un’azienda agricola di Modena, avevano predato e divorato una dozzina di anatroccoli.
Le associazioni Geav e Noetaa, assistite dall’avvocato Donatella Monaco, avevano già presentato tre diffide al Comune ravvisando possibili ipotesi di maltrattamento di animali.
«La legge vieta l’acquisto, la vendita e la cessione delle tartarughe Trachemys scripta», spiega Cannarsa. «Anche il rilascio in natura è illegale e dannoso per l’ecosistema: chi libera questi animali rischia sanzioni. È proibita perfino la loro riproduzione. Sono anni che lancio appelli inascoltati».
Il comandante racconta di aver segnalato preventivamente la necessità di controlli alle autorità competenti, senza ricevere risposte: «In assenza di verifiche, le tartarughe sono state vendute liberamente. Durante un sopralluogo tra le bancarelle ho potuto constatare personalmente la presenza di questi animali. Temo che molti acquirenti finiranno per liberarli di nuovo nel laghetto della villa comunale».
Proprio il laghetto della villa comunale, chiuso nelle scorse settimane per interventi di pulizia, era stato teatro di un precedente episodio: circa ottanta esemplari di Trachemys scripta, trasferiti poi in un’azienda agricola di Modena, avevano predato e divorato una dozzina di anatroccoli.
Le associazioni Geav e Noetaa, assistite dall’avvocato Donatella Monaco, avevano già presentato tre diffide al Comune ravvisando possibili ipotesi di maltrattamento di animali.