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Una storia a lieto fine arriva dal Policlinico di Chieti, dove una bimba affetta da una rarissima forma di anemia fetale è stata salvata grazie a una serie di trasfusioni in utero. Dopo il trattamento, l’ecografia ha mostrato l’immagine toccante della piccola che sorrideva.
Il caso è stato seguito dall’équipe della Clinica Ostetrica e Ginecologica diretta da Marco Liberati. Alla 24ª settimana di gestazione, la bimba aveva sviluppato un’anemia gravissima dovuta alla presenza dell’antigene Kell sui globuli rossi: una condizione eccezionalmente rara, che quando si manifesta può risultare fatale.
«Abbiamo dovuto agire contro il tempo – racconta Francesco D’Antonio, responsabile del Centro di Medicina Prenatale e docente all’Università d’Annunzio – perché la trasfusione in utero era urgente e complessa, sia per l’epoca gestazionale molto precoce, sia per la necessità di reperire un sangue compatibile con la piccola. Grazie alla collaborazione degli immunoematologi Amalia Procida e Alessandro Gigante, siamo riusciti a eseguire la procedura con successo. Vederla sorridere subito dopo è stato un momento di grande emozione, il segno del suo ritrovato benessere».
Per proteggere i globuli rossi della bimba dagli anticorpi materni, la madre è stata sottoposta in Nefrologia a dieci sedute di plasmaferesi, tecnica che depura il plasma rimuovendo sostanze dannose. L’intero percorso ha richiesto anche quattro trasfusioni in utero e un monitoraggio costante, fino al parto, avvenuto alla 34ª settimana.
«Questo caso dimostra l’eccellenza dei nostri professionisti – sottolinea il direttore generale della Asl Lanciano Vasto, Mauro Palmieri –. Offrire alle donne una speranza di maternità anche nelle situazioni più critiche è un valore aggiunto per la nostra Azienda, che continuerà a investire su innovazione e qualità delle cure».
Il caso è stato seguito dall’équipe della Clinica Ostetrica e Ginecologica diretta da Marco Liberati. Alla 24ª settimana di gestazione, la bimba aveva sviluppato un’anemia gravissima dovuta alla presenza dell’antigene Kell sui globuli rossi: una condizione eccezionalmente rara, che quando si manifesta può risultare fatale.
«Abbiamo dovuto agire contro il tempo – racconta Francesco D’Antonio, responsabile del Centro di Medicina Prenatale e docente all’Università d’Annunzio – perché la trasfusione in utero era urgente e complessa, sia per l’epoca gestazionale molto precoce, sia per la necessità di reperire un sangue compatibile con la piccola. Grazie alla collaborazione degli immunoematologi Amalia Procida e Alessandro Gigante, siamo riusciti a eseguire la procedura con successo. Vederla sorridere subito dopo è stato un momento di grande emozione, il segno del suo ritrovato benessere».
Per proteggere i globuli rossi della bimba dagli anticorpi materni, la madre è stata sottoposta in Nefrologia a dieci sedute di plasmaferesi, tecnica che depura il plasma rimuovendo sostanze dannose. L’intero percorso ha richiesto anche quattro trasfusioni in utero e un monitoraggio costante, fino al parto, avvenuto alla 34ª settimana.
«Questo caso dimostra l’eccellenza dei nostri professionisti – sottolinea il direttore generale della Asl Lanciano Vasto, Mauro Palmieri –. Offrire alle donne una speranza di maternità anche nelle situazioni più critiche è un valore aggiunto per la nostra Azienda, che continuerà a investire su innovazione e qualità delle cure».